La ricerca si concentra sull’accesso dei minori a contesti considerati a rischio, che ha coinvolto studenti di scuole primarie di primo e secondo grado, tra gli 11 e i 18 anni. La ricerca commissionata dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori Onlus, associazione da 17 anni impegnata nella tutela dei diritti dei genitori e dei minori, ha lo scopo di indagare con rigore scientifico gli atteggiamenti e i comportamenti dei minori in riferimento ad alcune aree ritenute tradizionalmente critiche: alcol, fumo di sigarette, videogiochi non adatti ai minori, giochi con vincite in denaro e consumo di materiale pornografico. Tali aree, oltre a rappresentare delle evidenti condizioni di rischio, sono vietate ai minori con esclusione dell’acquisto dei videogiochi, per i quali esistono soltanto delle indicazioni sull’opportunità di utilizzo da parte di un soggetto al di sotto di una determinata fascia d’età.
Si tratta pertanto nella maggior parte dei casi di contesti il cui accesso e fruizione è espressamente vietato ai minori. Purtuttavia è riconosciuto come tali ambiti possano richiamare nei giovani una grande fascinazione, rappresentando condizioni di rischio diffuso ed elevato.
Il primo obiettivo dell’indagine è quello di far conoscere in modo approfondito i modelli comportamentali più diffusi tra i giovani in riferimento alle aree critiche indagate e, nel perseguimento di tale obiettivo, si è appositamente allestito un questionario finalizzato ad indagare per ciascuna area di rischio alcune dimensioni specifiche come: la percezione e la valutazione del rischio, la conoscenza del divieto, i comportamenti abituali rispetto all’area critica, le forme di approvazione e disapprovazione del gruppo dei pari e della propria famiglia e le esperienze maturate in termini di trasgressione del divieto con la valutazione delle conseguenze.
Il secondo obiettivo ha natura più teorica ma con interessanti sviluppi applicativi. Si vuole verificare quali aspetti possano risultare dei “fattori di rischio”, ovvero elementi che incoraggiano l’assunzione di un comportamento pericoloso, e quali invece ne ostacolano la messa in atto definiti tradizionalmente come “fattori protettivi”.